FUORI TUTTI/E!
Al termine della giornata di manifestazioni e azioni dirette
svoltasi il primo maggio scorso a Berlino 250 compagni sono stati
arrestati.
17 di loro restano ancora in carcere.
Dopo 3 settimane sono usciti dall’isolamento ma rischiano di restare in
gabbia per i prossimi 6 mesi, quando cioè scadranno i termini di per
visionare i filmati e portare a conclusione le indagini.
Le pene possono variare tra un minimo di 2 e un massimo di 8 anni.
Tra i 17 prigionieri, ci sono un italiano, un turco, un greco ed un polacco.
Due minorenni sono accusati di tentato omicidio.
Questa repressione è la risposta dello Stato e del capitale all’elevato
grado di conflitto sociale che si sta sviluppando in Germania e che,
come abbiamo visto in questi mesi, si sta estendendo in altri Paesi
europei quali Grecia, Spagna, Francia, Inghilterra e Italia…
Le politiche economiche e sociali portate avanti da governanti,
industriali e banchieri a livello globale sono simili e continuano a
imporre un sistema di sfruttamento utile solo ai loro profitti e al
mantenimento del potere così come è.
La giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici è stata
ovunque caratterizzata non solo dalla richiesta di “tutele” contro
l’avanzata della crisi del capitale, ma anche da precisi messaggi
contro chi vorrebbe dividerci su base etnica o a seconda del tipo di
documento che abbiamo in tasca. Chi non ne possiede uno è
automaticamente considerato un pericolo da rinchiudere, isolare e
mettere sotto controllo militare nelle varie fortezze costruite in
Europa e nelle colonie del nord-Africa.
Al contrasto al razzismo istituzionale e al governo della paura,
associamo quello alle bande organizzate di neonazisti e neofascisti che
vengono armate per mantenere una forma di controllo sociale sul
territorio che si attui in parallelo con l’azione delle forze di
polizia.
Anche durante il corteo berlinese del primo maggio la provocatoria
presenza di una manifestazione nazista è servita da alibi per
l’intervento delle forze dell’ordine nei confronti dei compagni che si
trovavano in piazza.
Adesso 17 si trovano ancora privi della propria libertà e stanno
pagando il proprio impegno con l’allontanamento dagli affetti più cari
e dai propri personali interessi.
Per iniziare una campagna di mobilitazione che li tiri fuori quanto
prima e organizzi interventi contro le cause e gli effetti della
repressione in ogni contesto sociale proponiamo un incontro aperto che
concretizzi iniziative di sostegno ai 17.
Come loro si trovano molti altri compagni arrestati durante le giornate
di mobilitazione contro i signori della guerra a Strasburgo e i “Nove
di Tarnac”.
A questi si aggiungono Marco, Fabio, Ale e Domenico detenuti presso il
carcere di Torino in seguito alle iniziative contro il G8
sull’università e alle azioni antifasciste contro la provocatoria
presenza di gruppi di neofascisti in campagna elettorale.
Si dice e si scrive spesso che la solidarietà è un’arma, ed è così.
Tra loro che sono dentro e noi che siamo all’esterno del carcere c’è
solo l’arbitrio di chi ha deciso che deve essere così, per dividerci e
impaurirci mostrandoci di quanta infamità il potere costituito è capace
di perpetrare.
Ma si sbagliano di grosso perché le loro carceri non ci spaventano, perché le nostre lotte non si ingabbiano!
NESSUN CARCERE PUO’ SPEZZARE I LEGAMI COSTRUITI CON LA LOTTA!
TUTTI/E LIBERI/E! SUBITO!
INVITIAMO TUTTE/I AD UN’ASSEMBLEA IN SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI DEL PRIMO MAGGIO BERLINESE
MARTEDI’ 26 MAGGIO – ORE 18.00 – UNIVERSITA’ DI TOR VERGATA (ROMA) nell’AULA AUTOGESTITA DI LETTERE E FILOSOFIA
Comitato di Sostegno agli Arrestati del Primo Maggio berlinese